Il concetto di “Colpa” è radicato nella nostra Civiltà. Possiamo dire di più, è radicato in molte Civiltà umane dalla loro nascita. Questo perché alla nascita di molte società vi erano dei codici di comportamento, delle leggi primitive, che se violate portavano ad una punizione, talora anche con una vera e propria “Legge del Taglione”.
La nostra società ha una cultura basata sulla Colpa. Noi Cristiani abbiamo commesso un Peccato Originale, quindi dobbiamo condurre una vita virtuosa per redimerci da un passato che ci ha sporcati ed orientarci ad un futuro senza peccato.
In questo articolo andremo a sviscerare l’argomento Colpa e proveremo a ricavarne una visione la più complessa possibile.
Premetto che citerò varie prospettive e teorie, personalmente le ritengo tutte plausibili e presenti nella realtà quotidiana, in quanto la Colpa, come emozione complessa e morale, è estremamente influenzata dal sistema di valori personale.
Cos'è quindi questa particolare ed alquanto disturbante emozione? Vi sono vari tipi di Colpe?
Colpa e Sensi di Colpa: cosa sono.
E’ bene fare una distinzione fondamentale: in psicologia Sensi di Colpa è diverso da Colpa.
Sensi di Colpa
I Sensi di Colpa sono delle emozioni meno definite della Colpa, che tratteremo qui sotto. Questi sono orientati al futuro, su un qualcosa che potrebbe accadere e che non so se dovrò affrontare o non so come gestire.
Quindi è l’evento futuro che, eventualmente, potrebbe fare di me un colpevole.
Se l’ansia è elevata io tenderò a rimuginare sul futuro, a renderlo sempre più spaventoso, e quindi ad avvertire sempre più sensi di colpa. Il Senso di Colpa quindi serve a prevenire un atto immorale, ovvero serve a non violare uno standard interno (Mosher, 1965).
La Colpa
La Colpa è un’emozione relativa ad un fatto già avvenuto. Quindi, a conti fatti, mi riguardo indietro nel tempo, giudico le mie azioni, e su questo giudizio mi valuto in termini di autostima o autoefficacia.
Questo tipo di pensiero retrospettivo si chiama ruminazione, sostiene la Colpa e può essere anche molto intenso ed invalidante. Questo soprattutto se la Colpa non è stata pienamente accettata o non le è stato dato un significato abbastanza articolato.
La Colpa quindi è la reazione individuale alla violazione di un codice, di una regola interna, quindi all’assunzione di questa responsabilità (Wicker, Payne e Morgan, 1983).
Provare Colpa vuol dire riconoscere a sé stessi prima che agli altri di avere sbagliato e quindi di assumersi la responsabilità di tutto ciò. Di fatto molti hanno difficoltà a chiedere scusa, in quanto vuol dire il pieno riconoscimento personale e sociale del proprio errore, quindi della propria imperfezione.
Secondo alcuni autori un individuo che si sente in Colpa non si reputa necessariamente “sbagliato” in tutto e per tutto, al contrario la sua attenzione è maggiormente rivolta alla sua azione che ritiene riprovevole (Tangney & Dearing, 2002).
Una persona che si sente, quindi, in tal modo riconosce il proprio errore ma non si dà un valore globalmente negativo basandosi unicamente su questo sbaglio.
In alcuni casi la Colpa può avere una funzione francamente manipolatoria. Vi sono casi nei quali persone timide e poco assertive, per imporre il proprio punto di vista, utilizzano questa emozione invece di usare l’aggressività (Vangelisti et al., 1991).
In tal caso la colpa più che un'emozione è una meta-emozione, ovvero un'emotività utilizzata volontariamente per avere influenza sull'altro, quasi come se l'emotività stessa fosse uno strumento per ottenere ciò che si vuole.
Colpa, Morale e società.
La Colpa in psicologia quindi serve per interiorizzare un codice etico, ovvero una morale che poi si esprima in un comportamento conseguente.
C'è tutta una corrente di pensiero che dà a questa emozione un forte valore sociale secondo questi la Colpa è un’emozione complessa, morale, legata al concetto di regola e che serve per integrarsi all’interno del contesto socioculturale (Haidt, 2003).
Vi è anche tutta una corrente di pensiero (Tangney et al., 2007) che sostiene che le emozioni morali come la colpa servano ad integrare il comportamento decisionale individuale con le norme del gruppo del quale fa parte la persona.
C'è anche un effetto di rinforzo per l’individuo, per quanto riguarda l’esperire emozioni morali. Sempre riguardo al rapporto individuo/regole, se la persona sente di violare la propria morale prova Colpa, vergogna, imbarazzo, emozioni quindi negative.
Abbiamo però anche l’altra faccia della medaglia, perché qualora egli senta di “fare la cosa giusta”, proverà orgoglio, e quindi sentirà rafforzarsi il suo senso di identità (Campos, 1995).
Questi tipi di emozioni morali quindi ci spingono a seguire i nostri valori infliggendoci la sofferenza se non lo facciamo ed, al contrario, il premio quando sentiamo di essere stati virtuosi.
Come abbiamo sottolineato prima, se violo una regola, commetto qualcosa di sbagliato, quindi faccio un danno. Vi sono danni però che possono essere riparati e comportamenti redentivi che possono portare ad un eventuale perdono, la Colpa sembra che possa avere anche questa funzione.
La colpa può essere quindi un collante sociale per rimediare degli sbagli del passato, atto a portare l’individuo colpevole ad un comportamento altruistico (Batson, 1987).
Come insegna la storia - prendo per esempio gli autoflagellanti - qualora la persona ritenga che il danno non possa essere riparato, questa possa incedere a comportamenti autolesivi come estrema forma di espiazione. Tuttavia nessuno studio riesce a dimostrare che il colpevole in realtà desideri realmente la propria sofferenza.
Le due Colpe
Parliamo adesso di un modello scientifico (Mancini, 2008) che vuole rappresentare due tipi di Colpe. Entrambe possono coesistere nella stessa persona, ma sono due dimensioni, come vedremo, molto differenti. Di fatto una ha una valenza più interpersonale, l'altra più individuale.
Colpa altruistica
Orientata ad alleviare la sofferenza di qualcuno, anche se a spese proprie. In questo tipo di emozione è in gioco l’empatia verso la sofferenza di qualcuno, soprattutto se di una persona cara. Chiaramente è strettamente legata alla presenza fisica della persona in questione.
“Mi trovavo di guardia nel mio reparto ospedaliero quando mi hanno chiamato da un altro reparto dove era stata ricoverata mia nonna. Appena arrivata, mi sono resa conto che mia nonna era entrata in coma e stava per morire. Ho deciso di tornare nel mio reparto per avvertire di persona un paziente che non avrei potuto parlarci quel giorno. Ritornata da mia nonna ho visto che nel frattempo era morta. A distanza di diversi giorni mi sento ancora molto in colpa per non esserle stata accanto, e non averle tenuto la mano mentre moriva” (Mancini, 2008, p.126).
Colpa deontologica o mancato rispetto
Senso di aver infranto una propria legge morale o di aver calpestato i diritti altrui. E’ in gioco il senso di integrità morale individuale rispetto a delle regole o ad un sistema di ruoli o rango. Tale tipo di Colpa è accompagnata spesso da emozioni quali la vergogna o il disgusto.
“Mi ero appena laureato in medicina. Una sera, quando sono arrivato per il turno di notte, ho saputo che un paziente con cancro terminale era entrato in coma. Anche nel torpore del suo coma il paziente si lamentava per il dolore. Il primario mi ha ordinato di dargli dosi massicce di morfina che dovevano alleviare il suo dolore ma soprattutto, avrebbero accelerato la sua morte. Stavo per iniettare la morfina quando un pensiero mi ha attraversato la mente <<chi sono io per decidere la vita o la morte di questa persona? Chi mi autorizza a mettermi nei panni di Dio? Non posso farlo>>. Questo pensiero mi ha impedito di agire” (Mancini, 2008, p.132).
Un particolare tipo di colpa: violazione delle aspettative altrui.
Per quanto mi riguarda inserisco anche questo tipo di Colpa, quella relativa allo scontentare l'altro. La inserisco qui alla fine perché, per quanto sia ancora un'emozione morale non ha una base particolarmente rigida, sul sistema di valori personale.
Il tema non è l'essere nel rispetto o all'altezza dei propri valori ma essere giudicato positivamente dall'altro, essere all'altezza delle aspettative esterne. Tale tipo di emozione spesso è mescolata con un forte senso di inadeguatezza mescolata all'imbarazzo o alla vergogna.
Esempio: è Natale, faccio un regalo ad una mia amica che voglio impressionare ed invece leggo sul suo volto disappunto. Questo mi fa sentire inadeguato, mi vergogno e mi sento in colpa per aver sbagliato e penso che "vorrei sparire, sono uno stupido".
Il giudizio quindi, presente dentro me, lo ricavo però dal contesto esterno, come se da solo, de-contestualizzato, riuscissi a percepirlo con difficoltà. Questo mi porterà (per non sentirmi in Colpa o non vergognarmi) ad accondiscendere per ben apparire e ad azioni "camaleontiche" nei vari contesti che frequenterò.
La Colpa, in questo specifico caso, molto spesso ha anche un valore meta-emotivo: alla comunicazione dell' "errore" posso francamente sentirmi colpevole, ma nell'esprimerlo ricerco dall'altro un giudizio su una percezione poco definita di me stesso.
Colpa ed Impulsività
Nei casi di impulsività spesso, dopo un acting out (ovvero un'uscita esagerata, impulsiva, talora distruttiva) molto spesso la persona vive la Colpa. La persona si riguarda indietro e giudica le proprie azioni e le loro conseguenze. Qui chiaramente la Colpa è secondaria a tutta una serie di vissuti che sono percepiti come fuori dal proprio controllo o comunque obnubilati dalla rabbia.
Quando la colpa è patologica?
Di per sé la colpa non è un’emozione patologica, anzi, porta la persona ad integrarsi nel contesto sociale ed a spingerla all’altruismo.
Secondo Tangney (1996) la questione potrebbe portare al disagio psichico quando accanto alla colpa troviamo la vergogna ed un giudizio totalizzante su di sé. Una cosa del tipo “sono una persona detestabile” invece che “stavolta ho fatto una cosa terribile”.
Aggiungo io, è patologica quando o non è legata ad un evento specifico, quindi come abbiamo detto prima perde la sua funzione "regolatoria" sulla morale ma diventa una Colpa "a priori". Altrimenti quando è talmente intensa da limitare la quotidiana funzionalità individuale.
BIBLIOGRAFIA
Wicker, F. W., Payne, G. C., & Morgan, R. D. (1983). Participant descriptions of guilt and shame. Motivation and Emotion, 7, 25-39.
Tangney, J. P., & Dearing, R. L. (2002). Shame and guilt. New York: The Guilford Press
Vangelisti, A. L., Daly, J. A., & Rudnick, J. R. (1991). Making people feel guilty in conversations: Techniques and correlates. Human Communication Research, 18, 3-39.
Mosher, D. L. (1965). Interaction of fear and guilt in inhibiting unacceptable behavior. Journal of Consulting Psychology, 29, 161-167
Haidt, J. (2003). The moral emotions. In R. J. Davidson, K. R. Scherer, & H. H. Goldsmith (Eds.), Handbook of Affective Sciences (pp. 852-870). New York: Oxford University Press.
Tangney, J. P., Stuewig, J., & Mashek, D. J. (2007). What's moral about the self-conscious emotions? In J. L. Tracy, R. W. Robins, & J. P. Tangney (Eds.), The self-conscious Emotions: Theory and Research (pp. 21-37). New York: The Guilford Press.
Campos, J. J. (1995). Foreward. In J. P. Tangney, & K. W. Fischer (Eds.), Self-conscious Emotions: The Psychology of Shame, Guilt, Embarrassment, and Pride (pp. IX-XI). New York: Guilford Press.
Batson, C. D. (1987). Prosocial motivation: Is it ever truly altruistic? In L. Berkowitz (Ed.), Advances in Experimental Social Psychology (Vol. 20, pp. 65-122). Sydney, Australia: Academic Press.
Tangney, J. P. (1996). Conceptual and methodological issues in the assessment of shame and guilt. Behaviour Research and Therapy, 34, 741-754.
Mancini, F. (2008). I sensi di colpa altruistico e deontologico. Cognitivismo clinico, 5, 2, 125-144.
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