Spesso sentiamo parlare di psicoterapia e percepiamo un alone di mistero. In realtà la psicoterapia è un trattamento sanitario (vedi bibliografia) al quale l’individuo può decidere di sottoporsi in caso di necessità. Qui ti spiegherò quali sono gli aspetti che maggiormente beneficiano di questa forma di trattamento sanitario. Farò quindi una breve rassegna di quelle che sono, a mio parere, le aree di maggior interesse nel cambiamento terapeutico. Da qui potrai quindi riflettere sul perché, effettivamente, la psicoterapia funziona e la maggior parte di questi trattamenti ha un’efficacia.
Parlerò nello specifico di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, ovvero quella che pratico io, ma mi sento di asserire che molte delle psicoterapie riconosciute, verosimilmente, hanno gli effetti sotto elencati.
Partiamo dal primo aspetto che ritengo fondamentale:
Prima di spiegare come la psicoterapia funziona, diciamo che la psicoterapia non cura. So che sembra molto strana questa asserzione da parte di uno psicoterapeuta, ma è proprio così. Non vi è nulla da curare nel senso medico del termine, nemmeno in presenza dei sintomi più drammatici. Non cambiamo la natura di un individuo, le persone sono quello che sono e nessun tipo di trattamento psicoterapeutico può modificare il modo di essere di una persona, ovvero la sua unicità.
La psicoterapia quindi cosa fa? Catalizza un cambiamento, ovvero lo favorisce attraverso un intervento sul protagonista del cambiamento, ovvero sul paziente. Molto spesso un cambiamento già in atto e molto spesso vissuto con un’intensa sofferenza da parte dell’individuo, della coppia e/o della famiglia. La persona viene resa maggiormente consapevole di quale siano gli aspetti critici del cambiamento e di come riverberano su di lui.
Il paziente quindi lavorerà su sé stesso e sulle sue rigidità rispetto al periodo critico di vita che sta affrontando. Le modalità e le tecniche saranno discusse col terapeuta. Da tutto ciò ne deriva quindi una modulazione della sofferenza e una maggiore presa di consapevolezza anche dei propri punti di forza.
Un altro aspetto importante è quello psicoterapeutico vero e proprio.
Non solo la psicoterapia aiuta l’individuo ad affrontare un periodo critico e a lavorare sulla remissione (totale o parziale) di eventuali sintomi. Molte persone spesso sentono di non riconoscersi in sé stesse su alcuni loro aspetti personali, come se in certi momenti della vita venisse fuori una parte di loro sconosciuta o temuta che li fa soffrire.
La psicoterapia, in una certa fase, dona all’individuo un senso di coerenza con Sé stesso (Guidano,1992) e gli permette quindi di avere un maggior senso di continuità fra i propri modi di essere. Questo aspetto può iniziare a svilupparsi durante il lavoro sui sintomi e sul periodo di cambiamento sopra descritto; ma soprattutto in seguito, quando la persona sta molto meglio ma comunque decide di lavorare su quegli aspetti più sensibili che gli hanno creato problemi. E’ una forma di lavoro un po’ “introspettiva”, spesso molto dialogica, con particolare enfasi sul passato e con molte libere associazioni.
L’attacco ai pensieri disfunzionali
Nelle forme di terapia più Razionaliste (Beck,1984), un aspetto particolarmente importante è l’attacco ai pensieri disfunzionali. Tutti noi abbiamo credenze su noi stessi particolarmente rigide, eccessivamente severe, totalizzanti, estreme. In questo tipo di intervento sgonfiamo un po’ il peso di questi pensieri negativi su noi stessi, sugli altri e/o sul mondo. Potresti forse trovare questo aspetto poco coerente con quanto asserito prima, ovvero che la psicoterapia non cura. Ma l’intervento in questo caso è focalizzato sulle credenze profonde che causano sofferenza, le quali non saranno debellate, ma verranno, come ho detto prima, sgonfiate. Avranno quindi un peso inferiore e l’individuo potrà permettersi di vedere anche altre sfaccettature della realtà.
Conclusioni
Voglio infine precisare un aspetto fondamentale: la psicoterapia funziona solo se il paziente è d’accordo. Nessuno può essere obbligato a lavorare su sé stesso contro la sua volontà. Oltre ad essere specificato nel contratto terapeutico, la volontà del paziente a lavorare su sé stesso è un punto fondamentale. Infatti, è nei ruoli della relazione terapeutica che si ritrova uno sbocco a quei problemi della vita che sembrano insormontabili.
BIBLIOGRAFIA
Guidano, V.F. (1991). The Self in process, Guilford, New York (Trad. It.: "Il Sé nel suo divenire", Bollati Boringhieri, Torino, 1992)
Aaron T Beck (1984) Principi di terapia cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi, Roma: Astrolabio.
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